Cappella Morrone, tocca alla Procura fare la propria parte

Il compito di un gruppo di cittadinanza attiva come Meritocrazia Italiana®, oltre a proporre e progettare buone iniziative, è anche quello di aiutare i cittadini risolvendo loro i problemi. Proprio con questo obiettivo abbiamo chiesto aiuto alla legge per individuare reati e colpevoli riguardo alcuni argomenti – descritti nel riquadro – che ci sono sembrati abbastanza eclatanti.

Per tutta risposta però dalla Procura della Repubblica di Cassino abbiamo …

avuto esclusivamente provvedimenti di archiviazione. Inverso, da altre Procure, abbiamo avuto attenzione ed è in corso l’individuazione di reati e colpevoli.

 

È vero…abbiamo puntato il dito verso giganti del nostro territorio, come nell’ultimo caso contro il gestore idrico ma ciò, per un Ente che dovrebbe garantire quella famosa frase che fa pressappoco così  “LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI”, non dovrebbe essere un problema insormontabile.

Quello che vorremo far capire al nostro grande Procuratore è che i nostri esposti vanno a toccare importanti problematiche che, se risolte, porterebbero benefici a tutti i cittadini e non soltanto a pochi.

Nell’ultimo caso infatti denunciamo il gravissimo problema che affligge circa 50 famiglie che abitano in Via Cappella Morrone che sono costrette a fare i conti con la costante mancanza d’acqua per 23 ore al giorno e devono sbrigarsi a fare tutto (igiene personale, lavatrici, piatti, eccetera) con il filo di liquido che arriva alle 2 del mattino.

Per rendere l’idea di cosa sono costretti a subire questi “cittadini di serie B” raccontiamo la telefonata che abbiamo ricevuto da Giuseppe che, con il tono prima arrabbiato e poi deluso e rassegnato, ci ha riferito che per far lavare la nipotina alle 7:30 del mattino ha dovuto scaldare un secchio di acqua riempito la notte prima.

Quindi, visto che il gestore degli acquedotti delle periferie di Cassino – ACEA ATO 5 – per contratto ha l’obbligo di garantirne il funzionamento ottimale, come mai la Procura della Repubblica di Cassino ci ha archiviato il nostro esposto dicendo che “il fatto non costituisce reato”???

Non è forse un reato non garantire il diritto al bene primario acqua??? 

Non è forse un reato alzare le tariffe così tanto su un territorio che ha un’infinità di acqua nel sottosuolo che dovrebbe essere gratis???

Non è forse un reato costringere le persone a restare sveglie la notte???

Non è forse un reato costringere la gente – chi può – ad acquistare le pompe autoclave??? 

Per questi motivi, preannunciando un immediato ricorso al provvedimento di archiviazione – tra l’altro non comunicatoci anche se inserita la dicitura ex art. 408 c.p.p. -, chiediamo all’illustre Procuratore della Repubblica di Cassino di voler mostrare più sensibilità verso la gente facendo emergere i colpevoli di tale disagio diffuso in tutte le periferie della città di Cassino.

 

Per approfondire tutta la storia sulla questione della mancanza d’acqua a Cappella Morrone (Cassino) clicca qui

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